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20 07 2022

Comunità LGBTQ+, per il 71% l’advertising ora è più inclusiva

Il 71% della comunità LGBTQ+ italiana ritiene che negli ultimi due anni la pubblicità sia diventata più inclusiva.

A rivelarlo è il recente studio “Seeking Authenticity: A View of International LGBTQ+ Media Perceptions” di Nielsen, che ha preso in considerazione un campione rappresentativo di 800 persone.

 

I passi avanti della pubblicità

Un dato significativo, che sale fino all’83% tra i più giovani, a dimostrazione dei molti passi in avanti che il settore dell’advertising è riuscito a fare in questa direzione.

Tra i comparti, quelli considerati più inclusivi sono la moda, i profumi e la bellezza, mentre tra le piattaforme prevale Netflix, con l’82% degli apprezzamenti.

 

Attenzione alla privacy

Quasi un quarto degli intervistati pensa però di essere stato targettizzato proprio in base all’orientamento sessuale e solo circa un terzo si sente a suo agio per questo motivo.

Uno su due pensa così che questo tipo di targettizzazione andrebbe evitata e questo dovrebbe spingere le aziende a fare qualche considerazione sugli aspetti correlati con la privacy.

 

No agli stereotipi 

A livello mondiale, la ricerca ha preso in considerazione 5.550 persone di Stati Uniti, Germania, Canada, Messico, Francia, Brasile, Spagna e Gran Bretagna, oltre all’Italia.

Anche in questo caso una percentuale significativa (69%) degli intervistati valuta in modo positivo l’inclusione messa in pratica nella comunicazione, ma oltre uno su quattro dice anche che, di fatto, poco sia cambiato nella società.

La richiesta che viene fatta, anche ai brand, è di evitare gli stereotipi e puntare su aspetti corrispondenti alla realtà.

 

 

 

 

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