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29 05 2020

Business Re-Start: la lezione della crisi Covid-19

È il momento del business re-start: l’emergenza coronavirus, con le improvvise trasformazioni che ha comportato, pone ora grandi sfide alle aziende che ripartono. Se ne è discusso ieri in occasione di un Webinar organizzato da Tesisquare.

“Lo scenario che devono affrontare le imprese è di una crisi della domanda e in questo contesto la concorrenza esploderà – ha detto Fabio Sdogati, docente del Politecnico di Milano – Anche la durata sarà lunga e la ripresa sarà lenta”.

Secondo Sdogati, ci saranno redditi disponibili bassi e diminuirà la propensione alla spesa. L’aumento della concorrenza porterà a un’uscita dal mercato delle imprese meno produttive con acquisizioni e fusioni che potrebbero creare o rafforzare posizioni di monopolio.

Ci sarà innovazione di processo per adeguarsi a nuovi fattori (ad esempio, il distanziamento) e l’innovazione di prodotto richiederà più tempo, con nuovi clienti e nuovi fornitori.

 

Aumentare la domanda pubblica e migliorare la formazione

Cosa fare? “Con un calo della domanda privata bisognerà aumentare la domanda pubblica – ha risposto Sdogati – I paesi più colpiti saranno quelli in cui l’economia era già in stagnazione e quelli che adotteranno politiche protezionistiche e di austerità fiscale”.

Nel 2021 ci sarà la ripresa a cominciare da Cina, India e Vietnam. E così come la crisi ha avuto effetti diversi per settore, così la ripartenza avrà caratteristiche differenti a seconda dei comparti. Cresceranno food, farmaceutico, telecomunicazioni, prodotti per la casa e semiconduttori. Saranno invece vulnerabili trasporti, immobiliare, assicurazioni, banche, automobili ed energia.

“Vedremo un’adozione diffusa e repentina di strumenti per il lavoro da remoto – ha aggiunto Sdogati – La maggiore automazione, la differenziazione e l’arricchimento delle competenze richiederà fin d’ora una maggiore formazione avanzata”.

 

Preparare un piano d’azione per raccogliere la sfida della crisi

Per Alessandro Perego del Politecnico di Milano il Covid ha evidenziato la forza delle interconnessioni, ma anche la fragilità nelle organizzazioni. Come in tutti i momenti difficili, però, possono nascere opportunità, ma ci vuole un chiaro piano di azione per raccogliere la sfida.

“Bisogna immaginare di nuovo il sistema di offerta verso il mercato e uno strumento fondamentale sarà il digitale – ha detto Perego – In tema di innovazione di processo e prodotto saremo ‘costretti’ a fare un salto in avanti. Si pensi, ad esempio, ai musei che stanno imparando a organizzare le visite virtuali e ai retail, che hanno capito quanto sia indispensabile l’e-commerce. Non possiamo pensare di essere entrati in questa crisi con un certo sistema di offerta e di poterne uscire con lo stesso identico sistema”.

 

Una cultura aziendale basata sulla previsione

Secondo Rinaldo Rinaldi dell’Università degli Studi di Firenze i brand devono trovare delle risposte per migliorare la resilienza, ridefinire il mix di marketing e comunicare con maggiore empatia.

Per Michel Crahay di Tesisquare il Cfo devono misurare i rischi e l’impatto sul business, ma in questo caso non ci sono precedenti e tutto diventa più difficile.

“Abbiamo bisogno di una cultura aziendale basata sulla previsione – ha concluso Sdogati – Non si può fare un prodotto e poi cercare di venderlo: occorre studiare prima a chi rivolgersi, come e in quale contesto”.

 

 

 

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