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04 05 2023

Smart City: cresce il mercato, ma mancano le competenze

Nel 2022, il mercato della Smart City in Italia è cresciuto del 23% fino a raggiungere un valore di 900 milioni di euro, ma molto resta ancora da fare per dare un maggiore impulso al settore.

Se ne è parlato al convegno “Smart City: andare oltre la Terra di Mezzo” organizzato dal Politecnico di Milano, che ha presentato i dati dell’Osservatorio del settore. I comparti presi in considerazione sono stati illuminazione, smart mobility, smart metering, raccolta rifiuti, sicurezza, monitoraggio ambiente e territorio.

 

La crescita maggiore d’Europa

“In Europa la crescita media del settore è del 9%, mentre nel nostro Paese registriamo un incremento molto maggiore – ha commentato Giulio Salvadori del Politecnico di Milano – Bisogna tenere però presente che l’Italia partiva da una base di partenza più bassa”.

Dai dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano è emerso anche che l’anno scorso il 21% dei Comuni ha avviato progetti di Smart City e il dato sale al 39% in quelli con oltre 15mila abitanti.

Il 41% dei Comuni dichiara inoltre di voler investire nel prossimo triennio, con un picco dell’89% tra quelli che hanno già fatto investimenti di questo tipo.

 

Illuminazione e mobilità

Tra i vari comparti che compongono la Smart City a prevalere è l’illuminazione pubblica, che rappresenta un quarto del mercato totale con un valore di 215 milioni di euro e una crescita del 39% rispetto al 2021. In quest’ambito rientrano telecontrollo (39%), funzionalità integrate (31%), illuminazione adattiva (29%) e analisi dei dati dell’illuminazione (20%).

Il secondo comparto per valore di mercato è la Smart Mobility con 190 milioni di euro e una crescita nel 2022 del 31%. Riguarda soprattutto la gestione dei parcheggi (50%) e del traffico (42%).

In cosa intendono investire di più i Comuni in futuro? Le risposte sono state:

  • illuminazione (74%);
  • sicurezza (63%);
  • integrazione (62%);
  • smart mobility (62%);
  • raccolta rifiuti (61%).

“In generale cresce il mercato, aumentano i progetti e la soddisfazione per i risultati ottenuti – ha detto Salvadori – Restano però alcuni ostacoli da superare dovuti a progetti troppo verticali, carenza di programmi che mirano a un ecosistema urbano integrato, mancanza di competenze e personale”.

 

Aumenta l’uso dei dati, ma resta molto da fare

Matteo Risi dell’Osservatorio Smart City ha presentato i risultati dello studio su come vengono utilizzati i dati in questi progetti. Le risposte sono state:

  • finalità interne (45%);
  • servizi ai cittadini (24%);
  • politiche pubbliche (19%);
  • partnership (11%).

Quali sono gli ostacoli alla valorizzazione dei dati nella Smart City?

  • mancanza di competenza (45%);
  • mancanza di comprensione del valore dei dati (18%);
  • mancanza di strumenti IT adeguati (11%).

 

Cosa ne pensano i cittadini

Un sondaggio del Politecnico di Milano, condotto in collaborazione con Doxa su un campione di persone che vivono in Comuni con oltre 20mila abitanti, ha verificato anche qual è il punto di vista dei cittadini.

È emerso che solo il 65% degli italiani ha sentito parlare di Smart City e il 35% non è soddisfatto dell’offerta digitale della città in cui vive.

Il 33% degli intervistati ha detto di aver sentito parlare di Smart City diverse volte e il 35% solo raramente. Il concetto viene abbinato soprattutto all’idea di città innovativa (66%), sostenibile (59%) e inclusiva (58%).

La prima città che viene in mente quando si parla di Smart City è Tokio (29%), seguita da New York (20%) e Londra (10%). In Italia la più citata è Milano (62%), davanti a Bolzano (12%) e Bologna (6%).

“La città smart viene vista come qualcosa di futuristico e distante – ha spiegato Matteo Risi – C’è quindi ancora molta strada da fare per i cittadini”.

Le problematiche cittadine più percepite sono:

  • trovare parcheggi (54%);
  • condizione delle strade (53%);
  • criminalità e vandalismo (39%).

“La prima esigenza è la Smart Mobility, seguita dalla sicurezza – ha concluso Risi – Ben il 97% degli intervistati ritiene inoltre sia necessario investire in queste soluzioni per contrastare la crisi energetica. In generale, i cittadini vedono i progetti smart come strumenti che possono risolvere le loro problematiche in ambito urbano”.

 

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