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09 03 2023

Innovazione digitale delle Pmi, puntare a un modello strutturale

L’innovazione digitale delle Pmi deve essere un eccezionale volano di sviluppo, ma bisogna passare da un modello emergenziale, nato durante la pandemia, a uno strutturale. Questo è il messaggio lanciato in occasione di un convegno organizzato dal Politecnico di Milano.

 

Obiettivo diventare leader

Durante l’evento è stato spiegato che siamo in una fase di transizione ecologica e digitale. Questi sono anche i punti fondamentali del Pnrr, che darà un forte impulso in questa direzione. L’obiettivo è non solo colmare il gap con altri paesi europei, ma diventare noi stessi leader. Anche perché le Pmi hanno anche un ruolo sociale importante nel rilancio del territorio”

Al convegno sono stati presentati i risultati di un’indagine realizzata dall’Osservatorio Innovazione Digitale delle Pmi del Politecnico di Milano. Lo studio è partito dal presupposto che i criteri per la classificazione delle Pmi oggi escludono aziende che sono piccole medie imprese nei comportamenti, anche se non nei parametri: le Pmi Large.

 

I quattro livelli della maturità digitale

Quale è il livello di maturità digitale delle Pmi italiane? Può essere classificato in questo modo:

  • timide (42% Pmi, 23% Pmi Large);
  • convinte (41% e 53%);
  • avanzate (9% e 18%);
  • analogiche (8% e 6%).

Nelle Pmi Large c’è un approccio più consapevole alle scelte digitali, più sensibilità ai temi digitali e green e maggiore attenzione alle tecnologie di frontiera, anche se l’approccio è ancora troppo timido.

 

I tre comparti simbolo del made in Italy

Lo studio del Politecnico di Milano ha preso in considerazione in particolare tre settori dell’eccellenza italiana: agroalimentare, moda e arredo, che insieme valgono 2.500 miliardi di euro.

Nell’agroalimentare, le Pmi generano oltre a metà del fatturato del comparto in quasi tutti i segmenti della filiera. I trend emergenti sono l’uso delle tecnologie digitali per la tracciabilità dei prodotti, il monitoraggio dei fenomeni metereologici e la riduzione dei rischi di deperibilità delle materie prime.

 

L’importanza della tracciabilità delle materie prime

Nella moda si registra un’elevata percentuale di Pmi all’inizio della filiera, con un loro alto contributo al fatturato di filiera e una punta nella fase iniziale. Le tendenze in atto sono l’uso delle tecnologie digitali per migliorare la tracciabilità delle materie prime e del prodotto, la sensibilità e attenzione nei temi green e della sostenibilità.

L’arredo registra la più bassa presenza di Pmi rispetto agli altri due comparti, ma con un contributo al fatturato più alto e una prevalenza di microimprese artigianali nella filiera “a monte”.

Si tende a usare gli strumenti tecnologici per svolgere in modo più efficiente ed efficace il lavoro dell’artigiano, che è visto come un artista. La richiesta è di strumenti tecnologici molto semplici da usare.

 

Le sfide da affrontare

In generale, dallo studio del Politecnico di Milano emerge che il digitale non è ancora una priorità di investimento e a volte c’è il timore che l’implementazione alteri gli equilibri raggiunti nella quotidianità. In altri casi mancano le competenze sia per l’uso della tecnologia sia per la valutazione del loro impatto sulla gestione.

Un problema da affrontare è la carente visione strategica sulle potenzialità di una filiera integrata dal digitale con progettualità e pensieri ancora troppo orientati al benessere aziendale e non al sistema nel suo insieme.

Esiste anche un problema di infrastrutture, tanto che molti hanno dichiarato di non aver potuto avviare progetti di industria 4.0 perché la connettività della zona non era sufficiente per farlo. Bisogna poi registrare anche una scarsa accessibilità ai dati. La raccolta e l’uso del dato non sono un problema strategico, ma culturale. Investire sul dato significa farlo anche in termini di integrazione aziendale.

In conclusione, dalla risoluzione dei problemi culturali, formativi e tecnologici, e dalle risposte adeguate a bisogni crescenti, passa il futuro delle Pmi nel nostro Paese.

 

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