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15 11 2022

IF! 2022, la gentilezza è forza

A IF! 2022, il Festival della creatività, si è parlato del valore della fragilità con Stefano Massari, mental coach del tennista Matteo Berrettini, ha detto che la gentilezza ha a che fare con la consapevolezza di essere tutte persone limitate, che si devono migliorare. Se accettiamo di essere limitati accettiamo anche i limiti degli altri e questo fa nascere la gentilezza.

“C’è anche una presa di coscienza della nostra vulnerabilità – ha spiegato – Essere gentili costa un po’ più di fatica di essere stronzi, ma è molto meglio”.

 

I brand nell’era dell’odio

Gaetano Grizzanti, esperto di branded identity, ha spiegato che odio e amore sono due facce della stessa medaglia. Tanto è vero che può capitare di odiare la persona amata perché i due sentimenti coesistono.

“Un brand è concettualmente sovrapponibile a una persona e, quindi, può essere oggetto di amore, odio o indifferenza. Ma la ricerca sulle emozioni negative verso i brand è ancora poca – ha detto – Il primo passo per gestire le emozioni è trasformare il proprio marchio in una marca. Se un marchio non suscita un’emozione forse non è un davvero brand”.

Secondo Grizzanti, oggi non siamo più nell’era della realtà, ma della percezione. Il brand deve incarnare un ideale proprio per distinguersi sul mercato e differenziarsi dai competitor. Il brand 1.0 è stato uno status, con l’immedesimazione con uno stile di vita. Il brand 2.0 è stato senso, sensazione derivata dal benefit del prodotto. Oggi siamo nell’era del brand 3.0 che comporta sintonia, emozione, legame a un credo che prescinde dal prodotto o servizio.

Queste sono le parole tabù per una buona comunicazione di brand:

  • per emozionare non usare la parola emozione;
  • per evidenziare l’esperienza non usare la parola esperienza;
  • per suscitare passione non usare la parola passione;
  • per dimostrarsi differenti non usare la parola differente.

 

La creatività sul confine tra ragione e follia

Per il filosofo Umberto Galimberti creazione significa creare dal nulla, mentre i creativi in realtà partono dalla cultura, da ciò che fa parte del loro bagaglio di esperienze e li ispira. Perciò il termine creativo, in realtà, è fuorviante.

“Ogni produzione artistica nasce solo se si ha confidenza con la propria parte folle, non dalla ragione – ha detto – Platone diceva che i doni più grandi ci arrivano dalla follia, mentre con la ragione non si crea niente perché è solo un insieme di regole. I sogni, ad esempio, sono il teatro della follia. Bisogna quindi avere cura della follia, ma si può anche correre il rischio di non riuscire a contenerla”.

 

La gentilezza è sinonimo di forza

Lo scrittore Roberto Saviano ha sottolineato che è un grande errore considerare la gentilezza una declinazione della debolezza perché è vero l’esatto contrario. In realtà, è l’unico spazio possibile per dialogare e confrontarsi.

“La gentilezza nel quotidiano, nel lavoro, è fondamentale – ha spiegato – È diversa dalla cortesia, che è pura formalità. La gentilezza è invece interesse per quello che capita intorno e per praticarla bisogna essere forti perché implica apertura verso gli altri”. D’altronde, secondo James Dean “Solo le persone gentili sono davvero forti”.

Si può essere gentile in una società come la nostra molto competitiva? “La gentilezza non dipende dalle condizioni, ma dalla scelta di cosa si vuole essere – ha risposto Saviano – Non è un’inclinazione o un’attitudine, ma una scelta. Nell’epica l’eroe è Ulisse, che non ha paura delle sue emozioni. A volte bisogna però avere il coraggio di essere divisivi: occorre scegliere da che parte stare, senza avere la pretesa di piacere a tutti. Questo è importante anche per le aziende perché rafforza il brand. Chi acquista qualcosa deve sapere che non compra solo un prodotto, ma una certa visione del mondo”.

 

 

 

 

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