07 06 2022
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Con la pandemia il turismo è cambiato: è diventato lento, sostenibile e con grandi potenzialità in Italia, che ha le caratteristiche geografiche adatte per raggiungere determinati obiettivi. Ma bisogna spingere l’offerta e adeguarsi alla domanda che cambia. Un esempio è il cicloturismo, che ha avuto un vero e proprio boom e punta ora a raggiungere le dimensioni del fenomeno in Germania, dove vale 20 miliardi di euro.
La riscoperta dell’Italia
Di questo si è parlato nei giorni scorsi al convegno “Scenari e sfide per il turismo post-pandemia”, che si è svolto all’Università Cattolica di Milano. In questo contesto sono stati presentati anche i risultati del rapporto “La riscoperta dell’Italia” realizzato da CeRTA (Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi) e Cattolica per il Turismo, in collaborazione con Publitalia ’80. Lo studio ha comportato 4.800 interviste in Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito.
“Gli italiani con la pandemia hanno riscoperto il loro Paese – ha detto Massimo Scaglioni di CeRTA – Già l’anno scorso l’Italia era sempre in cima alla lista dei desideri degli europei, ma gli italiani dimostravano di conoscerla ancora poco: la metà dichiarava, infatti, di non essere mai stata in diverse regioni. Ora qualcosa è cambiato con oltre il 60% degli europei che continua a pensare subito all’Italia quando si tratta di vacanze e una riscoperta del territorio anche da parte dei nostri connazionali: nel 2021, oltre il 20% ha visitato nuove regioni e il 30% ha scoperto luoghi non comuni e territori intermedi, diversi da quelli più frequentati, meno noti, con valenze culturali e naturali”.
L’influenza delle produzioni audiovisive
Come sono cambiate le abitudini prima, durante e dopo la pandemia? “Negli ultimi due anni gli europei si sono concessi un paio di viaggi brevi, con una o due notti fuori porta, e in media due viaggi più impegnativi – ha risposto Zulli – In generale, si è preferito rimanere dentro i confini della propria nazione. Questo lo si è notato molto in Italia, mentre i tedeschi hanno fatto un po’ eccezione”.
È importante sottolineare che le produzioni audiovisive e le pubblicità generano il 90% di effetti positivi, che si traducono nel 30% di fidelizzazione e nel 60% di attrazione di nuovi turisti.
Il 69% degli intervistati ha dichiarato di essere stato invogliato a visitare un territorio italiano da documentari, docu-serie, film, magazine, programmi di cucina, eventi televisivi. In particolare, i film commission regionali hanno avuto una funzione chiave e dovranno essere sviluppati ancora di più in futuro.
Tra i film e le serie televisive che hanno avuto un particolare effetto vanno segnalati “Benvenuti al Sud” (82,3%), “Il commissario Montalbano” (69,4%) e “Don Matteo” (68,3%).
La tv è sempre fondamentale
Per quanto riguarda la pubblicità, nel 2021 gli investimenti sul territorio sono cresciuti del 22% e hanno raggiunto un valore di 103 milioni di euro, ma siamo ancora a metà della fase di recupero dopo il Covid.
La televisione continua ad avere un ruolo centrale. Per ottenere risultati è però necessaria continuità di investimenti e personalizzazione del messaggio. Un caso emblematico è l’Emilia-Romagna, con l’Emilia che ha puntato più su nuove località meno conosciute e con un’attrattiva culturale, mentre la Romagna ha investito sulla fidelizzazione dei clienti nelle località marittime.
“In Italia il turismo è un settore in ripresa ancora parziale, ma sempre strategico per il Pil italiano dove nel 2021 ha inciso per lo 0,5% – ha concluso Vincenzo Zulli di Cattolica per il Turismo – Il nostro Paese ha enormi potenzialità, ma per sfruttarle deve prestare molta attenzione al nuovo modo di intendere la vacanza emerso dopo la pandemia”.
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