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11 01 2021

Video entertainment, la crescita continua

Nel 2021, in Italia la spesa del consumatore per video entertainment è stata di oltre 800 milioni di euro, con una crescita del 39% rispetto all’anno scorso, e in questo contesto il modello abbonamento ha pesato il 96% della spesa complessiva. Sono questi alcuni dei dati più significativi emersi oggi al convegno “Digital video, la competizione si allarga!”, organizzato dal Politecnico di Milano.

 

Un biennio di accelerazione

Per quanto riguarda la raccolta advertising, il video entertainment vale oggi 511 milioni di euro (+11%) ed è la seconda voce dopo news & e-book. Oggi la spesa del consumatore è pari al 61%, mentre la raccolta di pubblicità è il 39%.

“Bisogna sottolineare che aumentano la dotazione dei dispositivi connessi, a partire dalle Smart Tv, e il consumo sia di canali digitali sia tradizionali – ha detto Samuele Fraternali del Politecnico di Milano – In generale, quest’anno il mercato del digital video ha raggiunto un valore di 2.944 milioni di euro per la spesa del consumatore (+21%) e la raccolta advertising complessiva è stata di 1.059 milioni di euro, con un incremento del 9%. Ed è in questo contesto, già positivo, che si inseriscono i risultati dei video di intrattenimento che riguardano video sharing, social media, piattaforme di streaming, livestreaming e lifecasting”.

Ma come si evolve il mercato mondiale dei contenuti digitali? “Con la pandemia abbiamo attraversato un biennio di accelerazione – ha risposto Fraternali – È aumentato il numero di dispositivi connessi e anche la percentuale di tempo speso per fruire di contenuti media digitali. Nel mercato globale dei digital media è attesa una crescita e, in questo contesto, gaming e live streaming potranno essere delle determinanti di maggior crescita del mercato”.

 

Le nuove abitudini dei consumatori

Antonio Filoni ha presentato i risultati di un lavoro di Bva-Doxa sui comportamenti dei consumatori svolto su un campione di 1.054 persone. È emerso che la fruizione di contenuti online nel tempo libero riguarda soprattutto video di intrattenimento (80%), informazione e news (79%), contenuti musicali (76%) e videogame (43%).

Oggi nelle case degli italiani sono presenti televisioni tradizionali (82%), smart tv (48%) e televisioni connesse con dispositivi (33%). La smart tv viene usata soprattutto per vedere contenuti on demand (71%). Il 49% degli italiani paga per fruire di video di intrattenimento e l’investimento si stima sarà costante anche in futuro.

I punti di forza di un servizio che offre video sono considerati:

  • rapporto qualità/prezzo (60%);
  • ampiezza dell’offerta (43%);
  • qualità dei contenuti offerti (41%);
  • facilità di fruizione (38%).

 

Il problema dei contenuti illegali

Il 37% degli intervistati ha dichiarato di guardare video di breve durata, il 35% film e il 28% episodi televisivi e cortometraggi. La scelta di nuovi contenuti è influenzata da leve differenti in base alle generazioni. Il 30% degli italiani usufruisce di servizi di live streaming, soprattutto su smartphone.

“Un discorso sempre problematico è quello dei contenuti illegali – ha detto Filoni – Il 19% degli intervistati ha ammesso di avere compiuto almeno un’attività quale download illecito e condivisione di account o contenuti coperti da diritti d’autore”. L’Italia (5,5) è però al di sotto della media europea (5,8) in termini di accessi del consumatore a contenuti piratati.

“La tipologia di illeciti riguarda soprattutto le opere audiovisive – ha detto Bianca Terracciano di Agcom – E il trend è in crescita, soprattutto per quanto riguarda gli eventi sportivi”.

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