29 03 2021
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Boomers, Generazione X, Millennials: come comunicare con generazioni diverse? Se ne è parlato nei giorni scorsi al Milano Marketing Festival 2021.
Federico Capeci ha spiegato che il marketing ha sempre lavorato sui valori delle persone. Ciascuna generazione, dopo aver vissuto l’adolescenza in un certo modo, inizia a guardare il mondo con gli occhi di chi cerca indizi per il futuro. “Oggi abbiamo cinque macro-generazioni e prima di comunicare bisogna capire i percorsi storici che ci hanno portato fino a qui”, ha detto Capeci.
Se si vuole parlare a tutti bisogna seguire tre regole:
- evitare di usare contenuti e linguaggi che escludano qualcuno;
- riconoscere che aziende universali sposano valori universali (amicizia, amore, benessere);
- usare una strategia che porti la marca a diventare una piattaforma che connette più generazioni.
La musica come piattaforma transgenerazionale
Ilaria Curti ha portato l’esperienza di Tim. “Siamo una marca che attraversa tutte le generazioni e per le sponsorizzazioni scegliamo eventi molto trasversali come, ad esempio, il Festival di Sanremo, che negli ultimi anni si è ringiovanito – ha detto – Cerchiamo di essere rilevanti per pubblici diversi e per farlo alterniamo comunicazioni più trasversali con altre mirate per alcune generazioni. Durante il lockdown abbiamo così offerto giga illimitati ai più giovani alle prese con la didattica a distanza”.
Mario Volanti ha raccontato l’esperienza con Radio Italia, nata nel 1982: “Con la radio abbiamo visto passare diverse generazioni, molte mode si sono avvicendate e qualcuna è rimasta. Negli ultimi anni la radio ha saputo sviluppare la sua presenza tramite tutte le possibilità messe a disposizione dalla tecnologia. Nella musica l’aspetto generazionale esiste, ma si attenua. La musica spesso ha il potere di diventare una piattaforma transgenerazionale”.
Dai podcast alla realtà aumentata
Gaia Rubera di Amplifon si è soffermata sui dati della comunicazione audio, che sono in forte crescita. Non a caso, in questo periodo si parla molto di un social come Club House, ma anche di podcast e audiolibri. Il momento storico è favorevole: l’audio aiuta a ricreare il senso della comunità e ha il vantaggio di permettere di fare altro mentre ascoltiamo. Oggi è quasi un senso di ritorno alla normalità.
Alessandra Novali ha presentato una ricerca europea sulla Snapchat Generation che ha caratteristiche di resilienza, ottimismo e indipendenza. Questa categoria di persone vuole mostrarsi in modo autentico anche online e cerca brand in grado di rappresentare valori che gli sono vicini.
“È una generazione che comunica con audio, musica, ma usa molto video e foto – ha detto – Oltre il 75% dei nostri utenti usa la realtà aumentata ogni giorno e alcuni brand la utilizzano per entrare in contatto con il target. Ma bisogna approcciarsi a queste persone quasi come ‘alleati’, coinvolgendole, considerando che è una generazione curiosa, inclusiva, legata alla famiglia e agli amici”.
Tornare all’essenzialità e riposizionare il linguaggio
Per Carlo Colpo di Lavazza parlare a diverse generazioni non è facile. “La nostra strategia è dividere gli ambiti e cercare di parlare tramite valori universalmente condivisi, per poi andare in modo più verticale su alcune community legate da interessi comuni – ha spiegato – Tra le nostre iniziative anche degli incontri tra giornalisti, uomini di cultura e i trapper più seguiti dai giovani. L’idea è costruire una fanbase tramite l’esperienza creando delle piattaforme di contenuto in cui il prodotto è solo uno dei componenti”.
Secondo Giorgio Triani dell’Università di Parma oggi c’è carenza di infrastrutture digitali, ma ancora più di infrastrutture sociali. Lo scenario prossimo è la frattura tra diverse generazioni anche vicine per età, ma molto diverse tra loro. In questo contesto i brand come devono comportarsi? “Bisogna tornare ai fondamentali, all’essenzialità – ha risposto – Non tutti devono fare tutto: bisogna trovare la giusta misura e riposizionare il linguaggio”.
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