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16 03 2021

Pagamenti digitali: da alternativa a necessità

Il 2020 ha registrato un calo dei consumi di oltre il 13%, ma i pagamenti digitali hanno permesso acquisti da remoto e hanno sostituito gli acquisti di prossimità. Se ne è parlato oggi in occasione di un webinar del Politecnico di Milano, durante cui sono stati presentati i dati dell’Osservatorio sul settore.

 

Italia solo 24esima in Europa

“In Italia resta ancora molto da fare – ha sottolineato Valeria Portale del Politecnico di Milano – Basti pensare che siamo solo 24esimi in Europa per numero di transazioni e di recente siamo stati superati anche dalla Grecia”.

Nel nostro Paese il numero di transazioni pro-capite è solo di 77, ben lontano dalla media nell’Unione europea di 141. A primeggiare sono i paesi del Nord Europa: Danimarca (387), Svezia (359) e Finlandia (354).

Nel 2020, in Italia il valore dei pagamenti digitali è stato di 268 miliardi di euro, con un calo dello 0,7% rispetto al 2019. Un decremento contenuto se raffrontato al crollo complessivo dei consumi.

 

Aumentano le transazioni, cala lo scontrino medio

Se si analizza il numero di transazioni, che l’anno scorso sono state 5,2 miliardi, si registra una crescita del 4%. Il calo dello scontrino medio denota una maggiore e positiva abitudine a usare i pagamenti digitali anche per le spese minori. Ad aumentare di più sono state le transazioni con innovative payments (+55%) e contactless (+29%).

Oggi in Italia il 51% del transato avviene tramite mobile, l’80% delle carte di credito in circolazione sono contactless e i Pos attivi sono 2,2 milioni.

“Nel nostro Paese sono state introdotte diverse misure per incentivare i pagamenti digitali e scoraggiare l’uso del contante – ha detto Valeria Portale – Iniziative come il cashback sono utili in questa direzione, ma finora hanno coinvolto una parte troppo piccola della popolazione”.

 

Innovative payments, il futuro dei pagamenti

 Cosa si intende per sistemi di pagamento innovativi? Quelli che avvengono tramite mobile, wearable, smart objects e device-free.

“Con il termine wearable payment, ad esempio, si fa riferimento soprattutto ai pagamenti tramite smart watch – ha spiegato Ivano Asaro dell’Osservatorio del Politecnico di Milano -, ma ora il concetto si è ampliato ad anelli, braccialetti e perfino occhiali da sole”.

Nel caso degli smart objects c’è un grande fermento che riguarda lo smart car payment, di cui presto si potranno vedere le prime soluzioni di mercato.

Il device-free payment riguarda sistemi di pagamento basati sui tratti biometrici di una persona o l’impronta, che suscitano molto interesse per la possibilità di creare soluzioni innovative di checkout nei negozi.

“Molte startup lavorano su progetti di innovative payments – ha concluso Asaro – Basti pensare che quattro tra le top 10 appartengono proprio alla categoria smart shop. È solo questione di tempo: il futuro sarà quello di negozi senza casse in cui si esce pagando in automatico”.

 

 

 

 

 

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