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19 02 2021

L’intelligenza artificiale per favorire la ripresa

L’intelligenza artificiale è una delle leve da utilizzare per favorire la ripresa del sistema Paese. È questo il messaggio lanciato oggi in un Webinar organizzato dal Politecnico di Milano, durante cui sono stati presentati i risultati dell’Osservatorio sull’AI.

Nel 2020, in Italia il mercato dell’artificial intelligence ha raggiunto un valore di 300 milioni di euro, con una crescita del 15% rispetto all’anno scorso. Il 23% del valore ha riguardato l’esportazione verso l’estero, percentuale che sale al 38% per i software di servizi. Circa un terzo del mercato è relativo all’intelligent data processing e il 18% al natural language processing.

 

L’AI come risposta alle nuove sfide

“Il comparto è piccolo, ma dinamico, e nel 2020 ha registrato dinamiche interessanti per cercare di offrire soluzioni alle sfide inaspettate – ha detto Alessandro Piva del Politecnico di Milano – L’intelligenza artificiale può essere una delle risposte”.

I settori che più utilizzano l’AI sono bancario e finanziario (23%), energetico/utility (14%), manifatturiero (13%), telco e media (12%), assicurativo (11%).

Il Politecnico di Milano ha condotto un’indagine con Bva Doxa su circa 1.000 consumatori. Alla domanda se avessero mai sentito parlare di artificial intelligence il 94% ha risposto di sì e ne ha un’opinione positiva (66%) o molto positiva (17%),

Le principali fonti di informazioni sono state i servizi televisivi (49%), i film e le serie tv (38%), i contenuti digitali (36%) e i quotidiani generalisti (28%). Il 27% ha approfondito il tema per studio o lavoro.

Un intervistato su due ha dichiarato di avere utilizzato prodotti o servizi con funzionalità AI. In particolare, si è trattato di assistente vocale del telefono (65%), altoparlante intelligente (62%), suggerimenti di siti di e-commerce (58%) e assistenti per la navigazione su Internet (53%).

Il 71% ha interagito tramite testo, l’85% mediante voce. Il 18% preferisce usare una chatbot o un assistente vocale per contattare un’azienda, il 44% lo fa per il minore tempo di accesso al servizio e il 35% per la semplicità d’uso.

 

Le applicazioni future dell’artificial intelligence

Quali sono gli scenari futuri dell’intelligenza artificiale visti con favore? Queste sono state le risposte degli intervistati:

  • sistemi di sorveglianza pubblica (69%);
  • sistemi di diagnosi delle malattie a supporto del medico (65%);
  • polizze assicurative dell’auto personalizzate in base allo stile di vita del conducente (62%);
  • sistemi di autentificazione basati sul riconoscimento dei volti in contesti pubblici e privati (60%);
  • polizza assicurativa sanitaria personalizzata in base allo stile di vita del paziente (49%);
  • sistemi di autodiagnosi della malattia senza la presenza di un medico (48%).

 

Lo scenario è favorevole

Il Politecnico di Milano ha svolto una ricerca anche su 235 aziende medio-grandi. Il 53% degli intervistati ha dichiarato di avere avviato processi di AI (il 61% tra le grandi organizzazioni e il 21% tra le media). Tra i motivi che hanno spinto a farlo soprattutto la disponibilità di dati da valorizzare (48%), mentre a frenare l’avvio di nuovi progetti ci sono le restrizioni del budget (35%) e il commitment da parte del top o middle management (34%).

“Con l’offerta ormai matura si assiste a un progressivo coinvolgimento di attori esterni che entrano a far parte della filiera aziendale per i progetti di AI – ha spiegato Piva – Oggi lo scenario nazionale e internazionale è favorevole allo sviluppo di progetti di intelligenza artificiale. L’offerta aumenta, i consumatori sono interessati e le aziende continuano a lavorare in questa direzione”.

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