18 11 2020
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Il lavoro è un’esperienza di consumo? A questa domanda ha risposto Andrea Cioffi, vicepresidente di IAA , che è intervenuto a IF! 2020 per presentare il Phygital Work Manifesto. Secondo Cioffi la risposta è sì, già solo per il fatto che quando lavoriamo consumiamo tempo.
E ha poi ha posto altre domande: in questo periodo il lavoro sta cambiando, come viene percepito il tempo speso nell’impresa? La trasformazione digitale è una priorità? La nostra azienda è attrattiva per le generazioni native digitali?
Per rispondere a queste domande è nato il Phygital Work Manifesto, che si può scaricare all’indirizzo www.phygitalworkmanifesto.com. Oggi servono nuovi principi per progettare il cambiamento:
- ambiente di lavoro che si basa sul “perché”;
- organizzazione agile;
- ambiente che sappia condividere valore dell’esperienza, unicità delle persone, leadership diffusa, piacevolezza dell’atmosfera e attenzione alla sostenibilità.
Una ricerca sui nativi digitali
La psicologa Monica Bormetti ha presentato i risultati di uno studio realizzata con l’Università Cattolica di Milano sul punto di vista dei nativi digitali. È emerso che al 95% piace consumare cose nuove, il 90% si reputa una persona curiosa, ma solo il 65% ama lavorare in team.
L’ambiente di lavoro ideale è caratterizzato da collaborazione (26%), serenità (20%), mansioni appaganti (20%) e deve essere stimolante/dinamico (15%), ma anche familiare/amichevole (12%).
Alessandro Zollo di GPtW ha aggiunto che il 60% degli intervistati ha dichiarato di essere soddisfatto della propria situazione lavorativa, contro una media generale degli italiani del 44% (in Danimarca si sale al 67% e negli Stati Uniti al 53%). I giovani tendono a essere più soddisfatti anche perché spesso lavorano in aziende tecnologiche.
Cosa guidano i nativi digitali nella scelta di un’impresa? Aspetti come i valori (48,4%) e la struttura agile (52,1%).
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