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10 11 2020

IF! 2020, l’undistancing nella pratica: come si organizza un evento digitale

Cosa significa passare da un evento fisico a uno digitale, un passaggio indispensabile nei giorni della pandemia? A questa domanda ha risposto un workshop organizzato nell’ambito dell’edizione 2020 di IF!, il Festival della creatività, che è iniziato ieri e proseguirà fino a sabato 14 novembre.

Alessandra Lanza, direttore generale di IF! è partita dal passato e ha citato una frase di Rousseau, che aveva già capito molto di eventi: “Fornite come spettacolo gli stessi spettatori, fateli diventare attori loro stessi”.

Emile Durkheim parlò dell’effervescenza collettiva, uno stato emozionalmente carico in cui si rafforzano i vincoli sociali. E la ritualità è in effetti alla base di molti eventi. L’antropologo Victor Turner parlò dei liminali, momenti in cui si genera la communitas e si interagisce con persone con cui altrimenti non lo si farebbe.

 

Come trasportare una comunità fisica in una digitale

“In passato ci sono state grandi trasformazioni, ma hanno cambiato poco il modo di pensare gli eventi – ha detto Alessandra Lanza – Oggi la grande sfida professionale è mantenere vivo il senso di comunità e per farlo ci vuole un nuovo modo di pensare o produrre”.

Come si può trasportare una comunità fisica in una digitale? Bisogna passare dal palco allo studio, dalla regia fisica a quella mista, dal “toccare con mano” al “toccare con gli occhi”.

 

I sette nuovi paradigmi

Francesco Bernabei di Monogrid ha detto che in questo particolare momento è necessario essere visionari e i brand hanno bisogno di nuovi modi per raccontare il loro prodotto, trasmettere valori ed emozioni, speranze e certezza. Oggi sono nati nuovi paradigmi:

  • CGI (nuova fotografia);
  • Virtual Production;
  • AR/VR Experiences (alla base dei nuovi contenuti immersivi);
  • Live streaming (il nuovo modo di interagire con gli utenti);
  • Home entertainment (nuovo OOH);
  • Avatar testimonials (nuovi influencer dei social);
  • Digital events (luoghi di ritrovo per la community).

Quali sono i principali cambiamenti avvenuti?

  • spazio (un luogo infinito guidato dai principi dell’immaginazione);
  • tempo (durata variabile, rewatch, flessibilità, nuovo modo di vivere un evento);
  • interazione (muoversi nello spazio, scegliere quando vedere un contenuto, prendere parte alla community);
  • accessibilità (non vi è più un luogo, un device può accedere a migliaia di contenuti correlati).

Ci sono pro e contro i digital events: ad esempio, tra i vantaggi l’accessibilità e la quantità di persone raggiungibili; tra gli svantaggi l’assenza di relazioni con le persone e la riduzione degli introiti, anche se quest’ultimo aspetto potrebbe in prospettiva cambiare.

“Lo spazio è molto importante perché è un amplificatore di concetti: i colori, le forme, le animazioni, i suoni e il paesaggio rendono un’esperienza unica e immersiva – ha detto Bernabei – Gli utenti sono persone e anche a livello digitale bisogna garantire la partecipazione e lo scambio di opinioni”.

 

Tre domande a cui rispondere per organizzare un digital event

Quali sono le domande da porsi prima di organizzare un evento digitale? Soprattutto tre:

  • qual è la miglior piattaforma su cui far vivere il mio evento?
  • quale percorso voglio far vivere all’utente a seconda dei contenuti che voglio mostrare?
  • l’esperienza è coerente con il brand e con il contenuto da raccontare?

Solo dopo aver risposto si può iniziare a organizzare un evento digitale.

 

 

 

 

 

 

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