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08 10 2020

Festival della Comunicazione 2020 dedicato alla socialità

L’edizione 2020 del Festival della Comunicazione, che si è svolta a Camogli, ha avuto come filo conduttore quello della socialità. È questa, infatti, alla base di ciò che siamo, del nostro modo di vivere e dello stesso linguaggio. Di conseguenza, è un aspetto fondamentale anche della comunicazione.

L’economista Carlo Cottarelli ha ricordato un concetto semplice, ma non così scontato: lo Stato non ha risorse illimitate e per intervenire nella vita sociale ha a disposizione tre risorse:

  • tassare;
  • spendere in deficit;
  • rivolgersi alla Banca centrale per chiedere di stampare denaro.

In tutti e tre i casi ci sono delle controindicazioni: eccesso di tassazione, crescita del debito pubblico e rischio inflattivo. Ogni decisione comporta quindi dei rischi e, se accontenta qualcuno, finisce per scontentare qualcun altro.

Un’altra economista, Elsa Fornero, ha detto che l’economia è lontana dalla perfezione: esistono dei modelli da seguire, ma ci sono tanti elementi che non si possono cogliere. “I problemi sono complessi e di lungo termine, nessuno ha la soluzione in tasca per risolverli – ha detto – Bisogna quindi sempre sforzarsi di capire e dialogare, senza usare facili slogan”.

 

L’importanza della consuetudine alla lettura

Lo scrittore Gianrico Carofiglio si è soffermato sul problema della scarsa lettura dei libri. “Si dice spesso che i giovani non leggono, ma è sbagliato, è solo un luogo comune – ha spiegato – In realtà, in Italia molti ragazzi leggono, ma smettono di farlo quando diventano adulti. E non ha senso focalizzarsi sul fatto che a volte la qualità della lettura è mediocre. La consuetudine con la lettura è già un fatto positivo”.

Carofiglio ha raccontato un episodio significativo: tempo fa è salito su un taxi dove ha trovato sui sedili diversi libri e, incuriosito, ha chiesto come mai. Il taxista ha spiegato di essere stato balbuziente e di aver iniziato a leggere solo per superare questo problema. Una volta provata questa esperienza è però diventato un grande consumatore di libri per passione.

Il giornalista Beppe Severgnini si è detto d’accordo sul fatto che l’abitudine alla lettura è importante comunque e ha sottolineato l’utilità anche degli audiolibri, che sono un modo alternativo di leggere.

L’ex magistrato Gherardo Colombo si è soffermato sui concetti di legalità e giustizia, che non sempre coincidono. Ha portato l’esempio delle leggi razziali che quando vennero emanate resero legale una discriminazione e, quindi, erano ingiuste. Spesso, però, il confine tra legalità e giustizia è molto labile.

 

“L’algoritmo d’oro” che ci guida nelle scelte

Il giurista Giovanni Maria Flick è partito dalla Bibbia per dire che oggi abbiamo sostituito il vitello d’oro con “l’algoritmo d’oro”, che ci guida nelle scelte. Secondo Flick, i Big Data sfruttano la grande mole di dati, ma se non riusciremo a domare questa informazione rischiamo che l’informazione domini noi.

Lo storico Alessandro Barbero ha invece parlato dell’omicidio nel Medioevo. “In quel periodo l’approccio era molto diverso – ha detto – Oggi è il reato più grave, ma allora non era così, veniva considerato ‘qualcosa che può capitare’. Era grave, ma non qualcosa di eccezionale e suscitava maggiore condanna sociale il furto”.

Nel Medio Evo, per ricomporre la convivenza sociale dopo l’omicidio i metodi erano due:

  • il diritto di vendetta legalizzato, che però spesso innescava una spirale di continue vendette;
  • il risarcimento in denaro, che nella mentalità dell’epoca finiva per salvare l’onore di tutti.

 

Abbiamo un senso solo insieme agli altri

Lo scrittore Stefano Massini ha ricordato che siamo animali sociali, abbiamo un senso solo quando stiamo insieme agli altri. D’altronde, lo diceva già Aristotele.

“La socialità è fondamentale, ma durante il lockdown abbiamo assistito a un ribaltamento del concetto: è passata l’idea che ci si salva da soli, anche se di solito non è così – ha spiegato Massini – Ma è stato un fenomeno temporaneo, abbiamo bisogno degli altri perché questo ci genera delle reazioni chimiche positive”.

Esiste però una contraddizione, ha spiegato lo scrittore, spesso il “sapiente” è visto come una persona sola e la conferma si trova nella letteratura. Ma la domanda fondamentale è: crediamo davvero che l’essere umano sia in grado di fare qualcosa per un altro in modo del tutto disinteressato?

Un altro aspetto importante su cui riflettere è il giudizio degli altri, di cui siamo spesso ostaggio. C’è poi la tendenza a “copiare” altre persone con la falsa idea che si possa replicare nella propria vita quello che ha funzionato nella loro.

“Quello che manca nel rapporto tra noi e gli altri è il vero confronto, la comprensione reciproca – ha concluso Massini – Occorre sintonia e comunanza di linguaggio, altrimenti non funziona”.

 

L’etica come campo di applicazione della matematica

Il matematico Piergiorgio Odifreddi ha parlato dell’etica come uno dei campi di applicazione della matematica. “Può sembrare strano, ma già Platone e Aristotele lo sapevano”.

Per Platone “la vita giusta è l’arte della misura” e questo è già un concetto ispirato alla matematica, mentre Aristotele parlò di “giusto mezzo fra gli estremi” e di “comportamento ellittico e iperbolico”.

Secondo Odifreddi, esiste un’etica matematizzata basata su:

  • il metodo assiomatico di Spinoza (si creano modelli e teorie);
  • i teoremi di possibilità e limitazione (i teoremi non vanno considerati opinioni, ma fatti di cui discutere);
  • le teorie del comportamento (si possono trattare in modo matematico le preferenze individuali e collettive).

I precedenti storici sono illustri: già nel 1780 Bentham parlò di “calcolo felicitario” e “indice di piacere”; nel 1896 Pareto disse che non si può migliorare la propria posizione senza peggiorare quelle di qualcun altro; nel 1954 due premi Nobel come Arrow e Debreau sostennero che con due sole merci l’equilibrio esiste, con più di due no.

Un altro premio Nobel per l’economia, Amartya Sen, nel 1970 disse che libertà individuali ed efficienza sociale sono incompatibili e sette anni più tardi Harsanyi presentò una versione matematizzata delle teorie di Smith e Kant.

L’edizione 2020 del festival della Comunicazione ha registrato 25mila presenze fisiche, con 227mila visualizzazioni online e 77mila visite uniche.

 

Appuntamento nel 2021 con il tema della conoscenza

“È un momento che potremmo definire difficile per la nostra storia dal dopoguerra a oggi. Nei giorni in cui si riaprono le scuole, e si riprende il lavoro con le necessarie cautele, fare il festival con tutti gli accorgimenti di sicurezza è stata una sfida impegnativa, ma anche una scelta vincente. L’edizione di quest’anno ha dimostrato che con serietà, competenza e professionalità possiamo ritrovarci tutti insieme anche in questa fase così particolare”, ha dichiarato Danco Singer, direttore del Festival.

L’edizione 2020 si svolgerà dal 9 al 12 settembre e sarà dedicata al tema della conoscenza.

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