19 03 2020
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L’88% delle agenzie di comunicazione ritiene che l’emergenza coronavirus avrà un impatto sul settore, ma il 64% non sa ancora definire in che modo. Lo rivela un’indagine svolta dal Centro Studi di UNA-Aziende della Comunicazione Unite, in collaborazione con Assorel.
Tra chi ha provato a fare delle previsioni, il 12% pensa non ci saranno conseguenze negative, ma un altro 12% stima una flessione di fatturato del 10% e il 7% un calo del 5%.
La soluzione: smart working e riunioni virtuali
Tre agenzie su quattro hanno iniziato a lavorare in smart working, oltre una su due ha cancellato le trasferte e il 41% anche i meeting. In tutti questi casi la tecnologia ha offerto una valida alternativa per proseguire l’attività senza grandi impedimenti.
La rilevazione risale ancora ai primi giorni di marzo ed è quindi prevedibile che, dopo le decisioni più restrittive prese dal governo, i dati relativi allo smart working siano ora ancora più elevati.
In generale, nel settore si cerca di capire come si evolverà la situazione prima di prendere alcune decisioni: le campagne pubblicitarie relative agli eventi sono state cancellate nel 12% dei casi, ma nel 50% si è preferito ricorrere alla riprogrammazione.
L’impatto mondiale del coronavirus sull’advertising
A livello globale cosa accadrà nel mondo della pubblicità? Secondo eMarketer, nel 2020 gli investimenti sui diversi mezzi di comunicazione saranno di 691 miliardi di dollari, con un incremento del 7% rispetto all’anno, ma con una flessione dello 0,4% rispetto all’ultima stima.
Le prossime variazioni risentiranno anche di quello che avverrà negli Stati Uniti nei prossimi mesi e di come la Cina reagirà al momento che ha attraversato e inizia a superare.
La situazione è in continua evoluzione e, in questo contesto difficile da decifrare, tutte le previsioni sono suscettibili di sensibili variazioni.
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