30 10 2023
Take
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Inclusività e AI sono stati i temi più “caldi” ai Digital Innovation Days 2023, che si sono svolti nei giorni scorsi al Talent Garden di Milano.
Proprio in quest’ambito Take ha presentato Inclusive Talk, un tool AI Based (basato su intelligenza artificiale) che permette di trasformare ogni testo nella sua versione più inclusiva.
AI per un linguaggio inclusivo
Laura Lopez, project manager di Take, ha detto: “Inclusive Talk ha un focus verticale sull’inclusività e sull’evoluzione del linguaggio. Grazie all’intelligenza artificiale che lo anima, lo strumento (ri)produce testi in chiave inclusiva. Semplificando il concetto, è come se avessimo a disposizione un traduttore che invece di traslare l’italiano in una lingua straniera trasforma il testo sulle linee guida e sui principi di Diversità, Equità e Inclusione. Attualmente il tool vuole stimolare la riflessione sul linguaggio ma l’obiettivo è che col tempo diventi un vero e proprio assistente virtuale per noi e per le aziende clienti. Un checker del modo in cui comunichiamo e sviluppiamo campagne di comunicazione, che devono essere scevre da stereotipi e pregiudizi.
“Come ogni strumento guidato da intelligenza artificiale, Inclusive Talk più viene utilizzato (e quindi ‘allenato’) più si perfeziona, in una logica ‘learning by doing’ – ha proseguito – È anche per questo che Take offre a tutte le persone che lo desiderano la possibilità di sperimentarlo”.
Il bivio dell’intelligenza artificiale
Secondo Paolo Ercolani, filosofo e docente dell’Università di Urbino, con l’intelligenza artificiale siamo di fronte a un bivio: l’AI potenzia l’intelligenza umana o la degrada e la spinge a funzionare di meno?
“L’apprendimento si basa su lentezza, profondità e selezione del sapere – ha detto – Nel digitale, invece, tutto è veloce, superficiale e infinito (si trova tutto e il contrario di tutto). Platone diceva che gli occhi non vedono quando c’è buio, ma anche quando c’è troppa luce. Oggi il 40% della popolazione europea è colpita da analfabetismo funzionale. In questo contesto, chi vuole innovare nell’AI non deve renderla simile a quella umana perché può essere controproducente. Dobbiamo fermarci e capire come rendere la tecnologia funzionale all’uomo, senza sostituirlo”.
Per Robin Devon Calandri l’intelligenza artificiale non sostituisce, ma amplifica le capacità e valorizza l’istinto. “Di fronte all’AI non spegnete il cervello, non siate in inferiorità psicologica – ha detto – L’intelligenza artificiale è un alleato che esige dialogo. Il cambio di paradigma sta nel cambio di approccio”.
Inclusione, è l’ora della svolta
Cristina Sivieri Tagliabue, direttrice responsabile del quotidiano La Svolta, ha spiegato che il giornalismo spesso racconta i grandi cambiamenti in atto sul tema dell’inclusività, ma al suo interno la situazione non è cambiata. Le redazioni sono ancora in mano agli uomini e le donne che si sono affermate nel giornalismo negli ultimi anni hanno prima trovato il loro spazio fuori da questo mondo.
“La svolta non deve essere solo grammaticale, ma reale nella vita di tutti i giorni – ha concluso – Per fortuna tra i giovani oggi c’è un approccio culturale diverso perché ragionano già in modo inclusivo e questo fa ben sperare per il futuro”.
Roberto San Lorenzo ha presentato l’app di Merits, che favorisce l’integrazione di donne che arrivano in Italia. L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con il Comune di Milano, premia chi supera certe sfide – come, ad esempio, incontrarsi con altre madri seguite da un tutor – con token da spendere in negozi di prossimità, gratificati dal senso di appartenenza alla progettualità, ma anche nel centro città.
Petru Capatina ha parlato di Waze, una sorta di “WeGlad dell’accessibilità”, che segnala i locali in un’ottica di eventuali barriere architettoniche e caratteristiche generali che li rendono più o meno fruibili.
Un periodo di policrisi
Nicola Neri dell’Ipsos ha detto che oggi dobbiamo orientarci nel disordine perché viviamo tempi complessi, è un periodo di policrisi con uno stato di transizione permanente senza un approdo in vista. Questo ci porta a cambiamenti epocali.
Secondo un’indagine Ipsos, in questo contesto per il 52% degli italiani le disuguaglianze sono un problema importante da affrontare. L’83% vorrebbe pubblicità che rappresentino persone più reali, diverse dai soliti cliché e canoni di bellezza.
La tecnologia è importante e per l’80% degli intervistati è inevitabile che in futuro si perda un po’ di privacy per le nuove tecnologie, ma il 75% non riesce comunque a immaginare una vita senza Internet.
Il 49% pensa che l’AI abbia cambiato la vita quotidiana, per il 49% il lavoro è un valore fondamentale e il 78% teme che ci stiamo avviando verso un disastro ambientale.
“Viviamo in un mondo più disorientato e imprevedibile – ha detto Neri – Per il 72% degli italiani oggi il tempo è il vero lusso. I rischi per le aziende sono soprattutto energetici (45%) e legati alla catena di fornitura (43%). Un problema molto sentito è l’ascensore sociale, che è bloccato e funziona solo per chi è già in alto”.
Bisogna immaginare il futuro in questo modo:
- fine delle previsioni fondate su evoluzioni lineari;
- tenersi sempre pronti a cambiare rotta;
- inizio dell’era dell’agilità;
- seguire sempre nuovi strumenti di aggiornamento e formazione.
Le dieci regole del successo
L’imprenditore Oscar Farinetti nel suo intervento ha premesso che bisogna studiare il passato prima di pensare al futuro. Il presente è intuizione, diceva Sant’Agostino, il futuro è la parte più interessante.
“Il segreto del successo? Continuare a provare – ha spiegato – Leonardo da Vinci diceva che si gode di più a provarci che a farcela. Se ci provi qualche volta va male: su dieci idee sei non hanno un buon fine, ma senza queste non ci sarebbero stati i quattro successi. Questo vale per tutto, e vorrei invitare i giovani a inserire nei loro cv anche gli insuccessi, non solo gli obiettivi raggiunti”.
Queste sono le dieci regole da seguire secondo Farinetti:
- saper gestire l’imperfezione (si pensi, come esempio, alla Torre di Pisa, che della sua imperfezione ha fatto la sua unicità);
- individuare le priorità;
- pensare locale, agire globale;
- saper narrare;
- from duty to beauty;
- never, ever give up;
- restare giovani (per farlo non parlare sempre di sé stessi, ma ascoltare gli altri);
- copiare (ma farlo bene);
- saper cambiare;
- coraggio, ottimismo, fiducia.
L’era della distraction economy
Per Stefano Saladino dei Digital Innovation Days si dice che viviamo nell’era dell’attention economy perché siamo sottoposti a grande mole di comunicazione. In realtà, viviamo nella distraction economy, in cui si assiste a un flusso continuo di immagini e notizie.
“Assistiamo a una ‘guerra’ dell’attenzione in cui brand e media producono sempre più contenuti – ha detto Saladino – Ci nutriamo in continuazione di attenzione e distrazione e l’unica via di uscita per farsi notare è la creatività”.
L’importanza di un vero leader
Davide Cervellin di CairoRCS Media occorrono leadership e innovazione. Punti chiave della leadership sono:
- vision (il leader sa dove va);
- communication;
- empowerment (capacità di dare responsabilità alla squadra).
“Ci vuole il giusto equilibrio tra creatività e propensione al rischio – ha detto – Steve Jobs, ad esempio, è stato un grande imprenditore, ma non era un leader perché aveva un approccio autoritario. Tim Cook, invece, è un leader”.
La leadership unita all’innovazione porta a:
- incoraggiare la cultura della creatività;
- promuovere la collaborazione;
- formare e supportare le risorse;
- accogliere il fallimento.
Le nuove tendenze dell’esportazione digitale
Camilla Rossi di Alibaba ha ricordato che il 18% delle Pmi ha difficoltà a trovare partner di esportazione di fiducia. Tuttavia, le aziende considerano la digitalizzazione e i marketplace gli strumenti fondamentali per l’espansione dei nuovi mercati.
I nuovi trend per l’export digitale sono:
- data lead marketing;
- marketing digitale;
- customization.
“Tra le Pmi è in corso una vera e propria migrazione digitale “, ha concluso.
Fake news e salute
La giornalista Lucia Ingrosso ha affrontato il tema di come è cambiata negli ultimi anni l’informazione. “Oggi due terzi degli italiani non si fida delle notizie che legge, il 20% si informa solo sulla Rete, dato che sale fino al 76% nella Generazione Z – ha spiegato – Sempre più persone temono di incappare nelle fake news e questo impone una serie di riflessioni su come va affrontata la comunicazione oggi, soprattutto online”.
Fabio Minoli di Bayer ha sottolineato che il tema diventa ancora più importante quando si parla di salute. “Una volta, ritirati gli esami, si chiedeva al medico, mentre oggi si va cercare su Internet dove si trova di tutto – ha spiegato – Questo può essere un problema, ma è positivo che la gente cerchi il dialogo diretto anche con le aziende, che devono quindi occuparsene con grande attenzione”.
Laura De Lorenzis di Trustpilot ha ricordato che la voce dei clienti può avere un grande impatto sul business perché influenza le decisioni di acquisto di altri utenti. Il 93% delle persone afferma che le recensioni influenzano le loro decisioni di acquisto.
“La voce dei clienti può aiutare a comunicare i valori del brand e migliorare le performance – ha concluso – Siate quindi la voce dei vostri clienti”.
I falsi miti sulla Generazione Z
Nicola Nicoletti ha voluto sfatare alcuni falsi miti sulla Generazione Z. “Non è vero che non usi più Facebook, ma anzi lo fa più di Tik Tok, perlomeno nella fascia di età più alta – ha detto – La GenZ è inoltre ambiziosa, money-oriented e guarda la televisione, anche se il tempo di fruizione si riduce rispetto ad altre generazioni più mature. Tutto questi aspetti vanno quindi tenuti in considerazione quando si comunica con loro”.
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