12 10 2023
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Manuel Agnelli, musicista per diversi anni leader degli Afterhours, ha raccontato a IF!23, il Festival della Creatività che si è svolto a Milano, di aver deciso di vivere di musica quando ha provato a fare altri lavori.
Il senso di libertà della musica
“Per anni sono stato circondato dallo scetticismo, anche in famiglia, perché nessuno credeva potessi vivere di rock, ma io ho continuato a crederci – ha detto al giornalista Luca De Gennaro, che lo ha intervistato – Ho fatto bene perché la musica è stata una grande terapia, mi ha donato un grande senso di libertà e questo mi fa stare bene. Avere un’attitudine rock significa sentirsi liberi anche di sbagliare, di non pensare a raggiungere un risultato, ma solo a esprimersi”.
L’eccesso di estetica
Secondo Agnelli negli ultimi tempi c’è però troppa estetica: si tende solo vestirsi in un certo modo, a muoversi in base a determinati schemi. L’eccesso di immagine ha ucciso il significato del rock.
“L’ultima volta che il rock ha espresso qualcosa anche a livello sociale è stato negli anni ’90, poi l’industria ha cannibalizzato tutto – ha spiegato – Il risultato è che oggi i giovani mi chiedono cosa fare per diventare famosi, non come migliorare la loro creatività, il loro modo di suonare. Questo è deleterio perché si è arrivati alla musica dettata dagli algoritmi”.
L’importanza dell’identità
“Oggi si cavalca un’onda che non si sa quanto possa durare – ha concluso – Cosa fare? È importante avere un’identità, ma a volte anche questa può diventare una gabbia perché poi la gente vuole sempre la stessa musica, le stesse canzoni. Bisogna invece avere il coraggio di cambiare, mantenendo una propria coerenza, altrimenti si rischia di diventare degli infelici di successo”.
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