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06 10 2023

La sostenibilità come leva strategica del business

“Nell’ultimo anno la percezione del mercato nei confronti della sostenibilità è cambiata: si è passati dallo shock iniziale per gli obblighi da rispettare a domandarsi cosa vogliono i clienti. Da qui si è passati all’accettazione perché si è capito che il rischio sarebbe non vendere più i prodotti come prima. E per chi non si adegua, la prospettiva tra qualche anno è uscire dal mercato. La sostenibilità è ormai diventata leva strategica del business”.

Lo ha detto PierMario Barzaghi di Kpmg, intervenuto alla B2B Marketing Conference che si è svolta ieri a Milano nell’Auditorium di Assolombarda.

Secondo Barzaghi assistiamo oggi a una grande accelerazione su questo tema e sostenibilità e digitalizzazione vanno di pari passo. “C’è però ancora carenza di competenze e risorse su questi aspetti – ha concluso – Per restare sul mercato devono quindi ripensare la loro cultura interna”.

L’indagine sulla sostenibilità nelle aziende

Massimo Sumberesi ha presentato i risultati di un’indagine di Doxa condotta su 300 aziende b2b su come viene percepita la sostenibilità. È emerso che circa un’impresa su tre si considera molto sensibile agli aspetti sociali e ambientali. L’area della Governance è quella più attenta a questi temi.

Il tema della sostenibilità è stato introiettato anche a livello di organizzazioni? In sette imprese su dieci è presente una funzione aziendale che gestisce le responsabilità legate al tema della sostenibilità e in quattro casi su dieci riporta direttamente alla direzione generale.

Il grado di sustainability dell’engagement aziendale è:

  • elevato (16%);
  • medio (27%);
  • basso (57%).

Le aziende con engagement più elevato sono caratterizzate da dimensioni medio-grandi, management giovane e localizzazione nel nord ovest del Paese.

Nell’ultimo triennio la quota di aziende che pubblica un bilancio di sostenibilità è in continua crescita. Nel 2022, gli investimenti in progetti per la sostenibilità sfiorano il 10% del fatturato globale e sono in crescita.

“Per due imprese b2b su tre gli investimenti in sostenibilità danno un ritorno concreto e contribuiscono alla competitività dell’azienda – ha detto Sumberesi – E il dato è destinato a crescere ulteriormente in futuro”.

AI e ChatGPT: percezione e trend di utilizzo nelle aziende b2b

Sumberesi ha poi presentato i risultati di un’altra indagine dedicata all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle aziende.

“Il 37% delle imprese medio-grandi utilizza chatbot – ha detto – Il tasso medio di crescita di utilizzo di sistemi e soluzioni AI è +5%. Quasi tutte le aziende hanno sentito parlare di ChatGPT, ma solo una su quattro lo usa”.

Tra i manager, lo conosce il 90%, ma tra chi l’ha provato il dato scende al 60%. Circa sei aziende su dieci pensano che ChatGPT possa essere utile e il 58% prevede di utilizzarlo presto in azienda.

Gli ambiti di applicazione più citati sono stati:

  • customer care (37%);
  • formazione (37%);
  • brochure, materiale per il marketing (33%);
  • traduzioni (33%).

Le principali funzioni aziendali sono:

  • comunicazione (38%);
  • marketing (33%);
  • servizi informativi (29%).

Circa 3/4 degli intervistati pensa che ChatGPT avrà un impatto positivo sulle aziende.

Opportunità e sfide per il marketing digitale b2b nell’era dell’AI

Paolo Dello Vicario di Talent Gartner ha spiegato che il marketing b2b ha una complessità notevole.

“Bisogna essere chirurgici nelle operazioni di marketing in modo maniacale, non ci si possono permettere errori – ha detto – Questa complessità genera però molti dati, che sono linfa vitale per usare in modo efficace l’intelligenza artificiale in azienda”.

La permacrisi

Alberto Dal Sasso di Adjinn ha parlato di permacrisi, termine che indica il periodo esteso di instabilità che viviamo da qualche anno. In questo contesto, in Italia si assiste a una maggiore fiducia nei brand rispetto alle istituzioni da parte della popolazione.

“Un aspetto da considerare con grande attenzione è l’intelligenza artificiale – ha spiegato – Per la prima volta il controllo della tecnologia si sta allontanando dall’intelligenza umana e questo merita una seria riflessione anche per i potenziali rischi futuri”.

La rivoluzione silenziosa dell’audio content

Cristina Pianura di Audioboost è intervenuta su quella che ha definito la “rivoluzione silenziosa dell’audio content”.

“Oggi l’audience è in continuo aumento e per garantire la qualità ci sono aspetti di complessità, costi e dati – ha detto – Abbiamo così creato una nuova tecnologia che riunisce tutte le esigenze: si chiama Speakup-Article e adotta un approccio olistico per garantire una dimensione audio inedita, integrativa e monetizzabile”.

Puntare sul direct mail

Per Alberto Regis di Alberto Regis & Partners viviamo un periodo caratterizzato da un sovraccarico di canali di comunicazione. Un aspetto fondamentale sono i dati: solo il 23% dei marketer dice di averli di qualità e il 77% dei buyer dichiara di aver trovato l’ultimo acquisto molto complesso.

“Bisogna capire i singoli problemi delle persone e trovare soluzioni ad-hoc – ha detto – Occorre lavorare per cluster e usare il direct mail, il canale che crea la maggiore interazione con il 90% di apertura e il 20% in meno di sforzo cognitivo rispetto alle e-mail”.

 

 

 

 

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