29 05 2023
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“Nell’automotive c’è oggi una doppia spinta verso l’innovazione e la trasformazione: da un lato si va verso la sostenibilità, dall’altro c’è una transizione digitale che mette a disposizione del settore nuove opportunità. Le due spinte, in sinergia, accelerano, il cambiamento”.
Lo ha detto Umberto Bertelè del Politecnico di Milano durante il convegno “Connected Car & Mobility: da grandi poteri grandi responsabilità”, che si è svolto venerdì scorso al PoliMi.
“L’auto elettrica accelera la sua crescita e le imprese native elettriche insidiano quelle tradizionali – ha aggiunto – In Europa, i veicoli completamente a batteria sono ormai circa il 12%, ma va ancora risolto il problema dei punti di ricarica. Anche a livello mondiale si assiste a un forte incremento di auto elettriche e plug-in, in particolare in Cina, dove crescono anche le start-up”.
Un mercato da 2,49 miliardi di euro
Secondo Angela Tumino del Politecnico di Milano abbiamo la fortuna e la responsabilità di vivere in un periodo storico con a disposizione fondi per innovare la mobilità e renderla più sostenibile. Un’opportunità che bisogna saper cogliere senza farsi travolgere. Ci sono, infatti, sfide da tenere a mente quali le scadenze serrate e le scarse competenze.
Quali sono i dati del mercato? In Italia, nel 2022 il settore connected car & mobility ha raggiunto un valore di 2,49 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2021.
“Il dato è positivo, ma la crescita poteva essere più elevata – ha commentato Giulio Salvadori del Politecnico di Milano – I principali freni sono stati la carenza di semiconduttori e materie prime, oltre alla guerra in Ucraina. In generale, possiamo dire che l’Italia è sulla scia degli altri paesi”.
Nel nostro Paese, le auto connesse sono 19,7 milioni, ma solo 4,3 milioni lo sono nativamente tramite Sim, circa 10 milioni sono collegate con box delle assicurazioni e 1,2 milioni sono auto aziendali.
Per valore, il settore può essere scomposto in connected car (1,4 miliardi di euro), sistemi Adas (740 milioni) e smart mobility (340 milioni). In quest’ultimo comparto, il 47% dei Comuni ha dichiarato di aver attivato almeno un progetto nel 2022.
Dalle strade intelligenti alle auto a guida autonoma
Dal punto di vista dell’innovazione, nel biennio 2021-2022 c’è stata una forte crescita di progetti smart road. In Italia ne esistono 15 già avviati dedicati, ad esempio, alla ricarica induttiva dell’asfalto, alla sicurezza stradale e alle informazioni per ottimizzare il flusso del traffico. Esistono però delle barriere da superare perché mancano modelli di business definiti e si registra una carenza di veicoli che comunicano con le infrastrutture.
“Un altro fronte su cui si lavora sono i veicoli autonomi su strade pubbliche – ha spiegato Salvadori – A giugno in Italia ci sarà anche una sperimentazione di questo tipo nell’ambito della Mille Miglia”.
Il punto di vista del consumatore
Elisa Vannini del Politecnico di Milano ha presentato i risultati di un’indagine condotta in collaborazione con Doxa su un campione di 1.000 persone. Per quanto riguarda i servizi legati alla mobilità è emerso che il 77% è insoddisfatto di come i comuni affrontano il problema e solo il 37% ha finora usufruito di servizi di smart mobility. Il 72% degli intervistati si dichiara comunque interessato, in particolare per il trasporto pubblico locale e la gestione dei parcheggi.
Per quanto riguarda le auto elettriche e ibride, il 37% del campione ne acquisterebbe una. I motivi sono soprattutto:
- attenzione all’ambiente (52%);
- agevolazioni alla circolazione (49%);
- bonus/sconti per l’acquisto (47%);
- rifornimento meno costoso (43%).
Il 51% considera però un ostacolo all’acquisto il prezzo troppo elevato, il 32% l’autonomia della batteria limitata, il 23% i sistemi di ricarica elettrica inadeguati e il 22% i tempi di ricarica troppo lunghi.
Alla domanda su quale sono i servizi di integrazione tra connettività e mobilità che si vorrebbe avere, la risposta prevalente è stata la ricarica dinamica in modalità wireless (38%).
La auto connesse e l’esperienza con i concessionari
Per le auto connesse il livello di conoscenza è oggi del 64% e il livello di diffusione del 43%. In questo ambito, quali sono considerate le funzionalità più interessanti? Le risposte sono state:
- dispositivi per la sicurezza attiva (50%);
- sistemi di assistenza alla guida (43%);
- assistenza per guasti (33%).
“Oltre un italiano su quattro è preoccupato per la privacy, ma il dato non è elevato se si pensa che sale al 46% per la casa – ha spiegato Elisa Vannini – Tra chi non è preoccupato di questo aspetto, il 48% è disposto anche a condividere i propri dati con le assicurazioni”.
Un discorso a parte merita l’esperienza con i concessionari, per cui è stata condotta un’indagine su un centinaio di dealer. Il 78% dei consumatori si dichiara soddisfatto dell’esperienza in concessionaria.
Tra i dealer, quali sono considerati gli ostacoli che impediscono la vendita di auto connesse? Soprattutto la mancata comprensione dei benefici (38%) e i prezzi elevati (37%). Tra i servizi che bisognerebbe aggiungere in futuro hanno prevalso nelle risposte l’assistenza dedicata (49%) e la manutenzione predittiva (48%).
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