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17 12 2020

Natale sostenibile, consumatori attenti alle scelte

Natale sostenibile è una delle parole d’ordine delle festività di quest’anno che per vari motivi, a cominciare dalla pandemia, sarà molto diverso da quelli che siamo stati abituati a vivere in passato.

La sostenibilità è ormai diventata un fattore importante nelle scelte di chi acquista e riguarda diversi aspetti, tra cui il packaging. Si assiste a un’evoluzione del consumatore, sempre più attento, e le imprese devono saper cogliere le opportunità che offrono questi cambiamenti. Anche di questo si è parlato a un talk che si è svolto nell’ambito del Re-Economy Summit, organizzato online dal Sole 24 Ore.

 

Italiani predisposti all’economia circolare

Francesco Testa, professore associato della Scuola Superiore Sant’Anna, ha presentato i risultati di uno studio condotto dall’Istituto di Management in collaborazione con Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), secondo cui quasi il 90% degli italiani ha una predisposizione positiva all’economia circolare.

“Questa predisposizione è in aumento – ha spiegato Testa – I temi ambientali hanno oggi un ruolo centrale nella preoccupazione del consumatore e gli italiani ci pensano anche dopo l’acquisto”.

La ricerca evidenzia che circa l’80% si mostra attento nella fase di uso per evitare sprechi e si sale all’85% nel caso di prodotti alimentari. L’85% degli intervistati si adopera per riciclare gli imballaggi e circa il 60% si impegna a riutilizzarli (l’80% in caso di prodotti per la cura della persona). Negli ultimi mesi il trend risulta positivo: la pandemia sembra avere aumentato la sensibilità su queste tematiche.

“Il consumatore riconosce il valore ambientale del packaging ed è anche disposto a premiarlo – ha aggiunto Testa – L’86% pagherebbe qualcosa in più se ecocompatibile e il 50% almeno il 10%. Solo il 14% non sarebbe disposto a farlo”.

In questo contesto, l’etichettatura ha un ruolo centrale. Per il 75% del campione intervistato le etichette forniscono informazioni credibili e per il 60% questo ha influenza sull’acquisto.

“C’è una predisposizione positiva che va colta, ma forse ci sono troppe etichette che creano confusione – ha concluso Testa – Cresce la conoscenza delle fonti di informazione ambientali ritenute affidabili e aumenta anche la fiducia nei confronti di università, centri di ricerca e consorzi”.

 

Verso un consumo sostenibile ed etico

“Il sistema di riciclo degli imballaggi italiano è uno dei meno costosi a livello europeo – ha detto Luca Ruini, presidente Conai – Ci tengo a sottolineare che anche durante il lockdown la raccolta differenziata è sempre proseguita ed è stato importante farla”.

“Nel settore del packaging negli ultimi anni le aziende hanno innovato molto anche per andare incontro alle esigenze del consumatore, che è sempre più attento a tutto ciò che è green e sostenibile – ha spiegato Anna Paola Cavanna, presidente dell’Istituto Italiano Imballaggi – Da parte nostra recepiamo i dieci punti della carta etica e cerchiamo di applicarli diffondendo una cultura in materia. È positivo rilevare che in questo periodo il settore dell’imballaggio vive una fase di grande sviluppo”.

 

La sostenibilità è sinonimo di futuro

In generale, parlare di sostenibilità significa parlare di futuro, sviluppo sostenibile vuol dire soddisfare i bisogni di oggi senza pregiudicare quelli di chi verrà in futuro. Lo ha spiegato Giulio Anselmi, presidente dell’Ansa, in occasione del convegno “Lo sviluppo sostenibile, l’Italia e gli obiettivi dell’Agenda 2030”.

“I giovani si sono ribellati verso chi non pensava al loro futuro – ha proseguito Anselmi – Oggi le aziende si sono rese conto che la sostenibilità non è un costo, ma un elemento che deve far parte del loro successo. E l’Unione europea ne ha fatto un elemento importante delle sue politiche”.

 

Sostenibilità, una questione quotidiana

Per Enrico Giovannini, presidente dell’ASviS, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, non si può essere sani in un Pianeta malato: il problema è economico e sociale.

“La resilienza è importante e un rapporto dell’Unione europea l’ha definita una scelta strategica – ha detto Giovannini – Secondo questo rapporto il futuro sarà pieno di shock e non basta pensare solo al Pil, bisogna essere resilienti”.

 

Imprese sempre più green

Donatella Bianchi, presidente del Wwf, ha sottolineato che in Italia la partita più importante la giocheremo nei prossimi mesi e anni.

“Ci vuole un cambio di paradigma che sappia soddisfare le aspettative – ha detto – La natura manda dei segnali che bisogna cogliere e sempre più imprese vanno nella direzione del green, che le rende anche più competitive”.

Un concetto, quest’ultimo, ribadito da Gian Maria Gros Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, che ha evidenziato come le imprese green piacciano di più non solo ai consumatori, ma anche agli investitori. Oggi le imprese, che hanno molto potere, devono farsi carico di questa responsabilità.

“Come banca finanziamo le aziende che investono nel green deal – ha spiegato – Condividiamo la necessità di passare a un’economia circolare, ma servono nuova conoscenza, nuovi impianti e nuove tecnologie”.

Paolo Glisenti, commissario di Expo Dubai 2021, ha spiegato che la prossima edizione dell’Expo è un passaggio da non perdere in un’ottica di sostenibilità anche perché sarà il primo evento globale dopo la pandemia e si terrà in un’area geografica strategica. Il tema dell’Expo a Dubai è “Connettere la mente per generare futuro” e riguarda tutti gli elementi connettivi che generano anche sostenibilità.

“Il Padiglione Italia è stato pensato proprio in un’ottica di sostenibilità e dimostra come l’innovazione italiana si muova in questa direzione, con il risultato di ottenere competitività e produttività”, ha detto Glisenti.

 

La sostenibilità come investimento

Federico Testa, presidente dell’Enea, ha spiegato che occorre fare tutti uno sforzo di concretezza: il problema è attuare politiche concrete che si muovano verso la sostenibilità. La sostenibilità non è un costo, ma un investimento che rende le aziende più appetibili sul mercato.

Nel corso del dibattito è stata sottolineata la necessità di equilibrio tra regole e innovazione, accelerazione e inclusione, coerenza di obiettivi e percorsi. La sostenibilità può essere considerata tale solo se abbraccia tutti gli utenti.

Nicola Semeraro, presidente di Rilegno, ha ricordato che il 90% del legno viene acquistato all’estero, con una spesa di circa nove miliardi di euro l’anno.

“Da parte nostra avviamo al riciclo due milioni di tonnellate di legno ogni anno – ha aggiunto – Siamo al centro di un’economia circolare che è sistemica”.

 

Guardare il mondo con un’altra lente

In collegamento video Marco Perdoni, presidente di Coop Italia, ha spiegato che sostenibilità significa guardare il mondo con un’altra lente.

“Questo è un tema chiave della nostra azione – ha detto – L’anno scorso abbiamo lanciato lo slogan ‘Una buona spesa può cambiare il mondo’ proprio per sottolineare l’importanza che hanno i gesti quotidiani di ciascuno”.

In conclusione, Stefano De Alessandri, amministratore delegato dell’Ansa, ha detto: “Non si può più scegliere se essere o meno sostenibili: chi non lo è non ha più ragione di esistere perché non è solo una scelta eticamente corretta, ma anche aziendalmente corretta”.

E il Natale che ci aspetta sarà una testimonianza di questo grande cambiamento in atto sia tra i consumatori sia nelle aziende. Ne sarà un esempio anche uno dei simboli di queste feste: l’albero.

Secondo i dati del PEFC, il Programme for Endorsement of Forest Certification scheme, un sistema di certificazione per la gestione sostenibile delle foreste, le emissioni legate alla produzione e smaltimento di alberi artificiali sono pari a quattro volte quelle di un albero vero. E per la Coldiretti, i cinque milioni di abeti finti comprati in media ogni anno in Italia equivalgono alle emissioni di sei milioni di chilometri percorsi in automobile.

Di conseguenza, se non si ha già un albero in plastica in casa, la scelta più sostenibile è un abete vero, meglio ancora se coltivato vicino a casa per diminuire le emissioni causate dal trasporto.

E dopo il Natale? L’albero potrà essere consegnato ad appositi centri di raccolta dove, se possibile, sarà ripiantato. Alcuni negozi e vivai hanno dei programmi che prevedono questi passaggi già al momento dell’acquisto. E nel caso l’albero non potesse essere più ripiantato potrà comunque essere trasformato in compost, che favorirà la crescita di nuovi alberi.

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