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19 07 2021

Internet, per gli italiani è diventato un diritto fondamentale

Il rapporto tra gli italiani e Internet cambia: se fino a qualche tempo fa il Web era visto soprattutto come una tecnologia abilitante, ora per l’86% (il 94% dei giovani) è un diritto fondamentale.

È questo uno degli aspetti più interessanti emersi nella ricerca “Il valore della connettività nell’Italia del dopo Covid-19” presentato dal Censis in collegamento streaming con la Luiss Business School.

“La pandemia ci ha costretto a guardare negli occhi i problemi degli anni precedenti – ha detto Giorgio De Rita del Censis – È stato uno shock che ci ha imposto non solo una proiezione nel futuro, ma uno sforzo di lettura del passato. Oggi Internet è considerato un diritto alle relazioni per acquistare beni, accedere ai servizi sanitari, avere delle relazioni sociali. Anche per questo motivo bisogna investire di più nella tecnologia”.

 

5G fondamentale per il 60% degli italiani

Non solo: per l’80,2% degli italiani (l’85,2% dei giovani) i costi di connessione dovrebbero essere finanziati, per intero o in parte, dalla fiscalità generale in modo da rimuovere ogni barriera d’accesso, a cominciare da quella economica.

Nel 2020, un italiano su quattro si è detto soddisfatto dei servizi di telecomunicazioni e quasi due su tre lo è stato abbastanza. C’è però il desiderio di maggiori investimenti per attrezzarsi per qualcosa in arrivo che si percepisce come più complesso.

In quest’ottica, il 60% degli italiani ritiene il 5G fondamentale e solo il 14% è preoccupato dei possibili problemi. Un italiano su quattro, peraltro, non sa neanche cosa sia.

Dopo il Covid, 13 milioni di italiani desiderano potenziare la connessione fissa e tre milioni vogliono attivarla, solo un lavoratore su tre utilizza linee business. Per il 54% degli italiani uno dei problemi principali da affrontare online è quello della sicurezza.

Come scelgono il proprio operatore? In basa a:

  • velocità di connessione (52,6%);
  • affidabilità (47,6%);
  • assistenza rapida (36,1%).

Esiste poi ancora un aspetto di digital divide da superare: l’8% degli italiani non è ancora connesso con il dato sale al 37% tra gli anziani e al 30% nelle famiglie a più basso reddito.

“Questo aspetto crea diseguaglianze – ha spiegato De Rita – La risposta deve arrivare dalla tecnologia e sono necessari investimenti in competenze, formazione e cultura. Solo così si potrà tutelare quello che gli italiani percepiscono ormai come un diritto fondamentale di libertà, espressione e relazione”.

 

Puntare sulla responsabilità digitale

Secondo Mario Basso di WindTre c’è un ruolo che deve svolgere anche il legislatore. E bisogna considerare che Internet offre molte opportunità, ma ha anche dei rischi che riguardano soprattutto i più giovani. “Dobbiamo avere tutti una responsabilità digitale, compresi gli operatori delle telecomunicazioni, e ognuno deva fare la sua parte – ha detto – È necessario diffondere le informazioni necessarie a un uso corretto”.

Anna Lisa Mandorino di Cittadinanza attiva ha sottolineato come la tecnologia sia importante per la gestione delle emergenze, come la pandemia ha dimostrato, e per Graziella Bilotta di paginemediche.it, piattaforma di telemedicina, bisogna investire nelle infrastrutture attingendo al Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

 

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