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08 11 2022

Il cloud di fronte alla sfida della nuova complessità

“Il cloud si trova davanti a una nuova complessità. C’è una crescita nel Pnrr, delle infrastrutture digitali localizzate, la nascita del progetto europeo Gaia-X, ma anche un’instabilità geopolitica a livello internazionale, la crisi energetica, l’aumento dell’inflazione. E nel 2023 ci sarà un aumento diffuso dei prezzi in più settori aziendali”.

Questa è la fotografia delle sfide che dovrà affrontare il settore del cloud scattata da Alessandro Piva del Politecnico di Milano, in occasione di un convegno.

 

Un settore da 4,56 miliardi

Nel 2022, il mercato italiano del cloud è cresciuto del 18% e ha raggiunto un valore di 4,56 miliardi di euro. A incidere maggiormente è la stata parte Public & Hybrid Cloud, mentre il settore con maggiori opportunità è la pubblica amministrazione grazie ai 715 milioni previsti dal Pnrr a supporto della migrazione dei comuni. La PA potrà subire un cambiamento significativo del mix grazie alla spesa in servizi cloud o correlati.

Nel settore privato oggi la spesa per il cloud riguarda l’88% delle grandi aziende e il 12% delle Pmi, che però registrano una crescita maggiore di utilizzo (+7%) rispetto alle imprese di maggiori dimensioni.

“Le difficoltà dello scenario cloud richiedono un risparmio a livello di ecosistema – ha spiegato Piva – Mi riferisco a istituzioni europee, governo italiano e pubblica amministrazione, filiera italiana dei servizi cloud e correlati, aziende private che devono aprirsi all’ecosistema strutturando relazioni di lungo periodo e la creazione di modelli di governance efficaci”.

 

Verso una nuova rotta

Stefano Mainetti del Politecnico di Milano ha detto che quello del cloud è un viaggio lungo: sono stati ottenuti risultati importanti, ma ora ci si appresta ad affrontare una nuova rotta.

Nel parco applicativo a prevalere è il Service as a Service (57%) ed è in aumento la percentuale di organizzazioni che applicano strategie di Cloud Only o Cloud First. Cresce anche il numero di organizzazioni che hanno già o intendono avere i propri sistemi in cloud: dal 30% al 36%.

“Nelle grandi aziende per quattro su cinque siamo in uno scenario in cui il cloud permette di competere”, ha spiegato Mainetti.

Le principali motivazioni per cui sono necessari interventi di modernizzazione applicativa sono:

  • ridotta manutenibilità del software (61%);
  • architettura poca flessibile (35%);
  • limitata scalabilità (34%);
  • user experience obsoleta (32%);
  • perdita di know-how (28%).

 

Gli ostacoli da superare

Quali sono i freni all’adozione del Cloud Native?

  • costi troppo elevati (71%);
  • rischio di ricadute sul business nella riscrittura delle applicazioni legacy (65%);
  • mancanza di competenze nella gestione (55%);
  • aumento della complessità dell’architettura delle applicazioni (33%).

“La scelta del cloud è sempre più radicata all’interno delle aziende – ha concluso Mainetti – Gli obiettivi più semplici sono stati raggiunti, ora ci si sta concentrando sulla modernizzazione di applicazioni esistenti, oltre alla realizzazione di quelle nuove. Cresce l’approccio del refactoring: è necessaria una trasformazione applicativa e non solo infrastrutturale. Ed è necessario progettare e gestire le nuove applicazioni considerando l’impatto sui costi”.

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