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30 11 2022

Dentro le parole: il sessismo

Le parole possono contribuire a superare il divario di genere. La conferma è arrivata oggi dal webinar “Dentro le parole: il sessismo”, organizzato da Mediobanca e StartupItalia Live.

“Una società che garantisce equità tra donne e uomini è una società più prospera – ha spiegato la giornalista Paola Centomo – Ci sono studi secondo cui le aziende che perseguono questi obiettivi ottengono risultati più brillanti e lo stesso vale per gli stati. Una società più attenta a questi aspetti è quindi più efficiente e, in quest’ambito, le parole possono svolgere un ruolo importante”.

 

Il sessismo può essere consapevole o meno

Secondo il linguista Alessandro Lucchini c’è un aspetto consapevole del sessismo, ma anche uno inconsapevole, risultato di tutto ciò che abbiamo assimilato in tanti anni. Chi scrisse, ad esempio, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo si riferiva senz’altro anche alle donne e scelse questo tipo di linguaggio senza alcun intento sessista.

“È necessario un approccio diverso senza però tramutarlo in una crociata, altrimenti può diventare controproducente – ha spiegato Lucchini – Bisogna considerare che la lingua trasmette dei pensieri, ma li forgia anche”.

 

Gli stereotipi nelle professioni

Lucchini ha portato l’esempio delle professioni, dove si ragiona ancora per vecchi stereotipi. È emblematico, ad esempio, che vengano da sempre declinate al femminile professioni come parrucchiera, operaia, cameriera, mentre spesso resistono al maschile ruoli come presidente o direttore.

“Un aspetto da sottolineare è che le immagini a volte sono ancora più legate agli stereotipi delle parole – ha proseguito Lucchini – Basti pensare a certe pubblicità legate a schemi ormai superati. Bisogna usare delle nuove regole, che possono peraltro mutare in base alle esigenze”.

 

La novità del vocabolario Treccani

Lucchini ha fatto l’esempio di un testo in cui si parla di due persone, un uomo e una donna, da descrivere con simpatia. Bisognerebbe scrivere, ad esempio, che Alessandro e Paola sono simpatici o simpatiche? Per uscire dall’imbarazzo si può ricorrere a un’altra formula: “ispirano simpatia”.

“Un segnale forte è arrivato dal nuovo vocabolario Treccani – ha concluso Lucchini – Per la prima volta nella storia i nomi e gli aggettivi sono infatti indicati prima al femminile e poi al maschile, in base all’ordine alfabetico. Ad esempio, prima viene ‘bella’ e poi ‘bello’”.

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