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20 06 2022

Competenze digitali, Italia ancora in ritardo

Le competenze digitali sono sempre più importanti in un mondo in rapida trasformazione tecnologica, ma in questo campo l’Italia ha ancora un gap da colmare con altri paesi. L’allarme è stato lanciato in occasione dell’evento “Tecnologia e nuovo umanesimo” organizzato da PwC Italia.

“L’umanesimo digitale non guarda alla tecnologia come un sistema invasivo pronto a sostituire le persone, il loro lavoro e le loro dinamiche sociali, ma come un’occasione di miglioramento del nostro intero sistema”, ha spiegato Andrea Toselli, presidente e amministratore delegato di PwC Italia.

“L’aspetto più preoccupante ad oggi– ha proseguito Toselli – è il significativo ritardo in termini di capitale umano: l’Italia registra livelli di competenze digitali di base e avanzate molto basse rispetto alla media Ue”.

 

Mancano laureati in discipline Stem

I dati parlano chiaro: in Italia, solo il 7,4% della forza lavoro è impiegata in settori tecnologicamente avanzati, contro il 10,9% della Germania e il 6,6% della Francia.

La soluzione è investire nella formazione delle persone, a cominciare dai giovani. Basti pensare che i laureati in discipline Stem (Science, Technology, Engineering and
Mathematics) è molto basso nel nostro Paese nonostante le ottime prospettive professionali.

I laureati in queste discipline tra i 25 e i 34 anni nel 2020 erano il 24,9%,  contro il 26,8% in Francia, il 27,5% in Spagna e il 32,2% in Germania.

 

 

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